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domenica 6 febbraio 2011

Audrey's life [third and last part]

Nel 1988 Audrey viene nominata ambasciarice dell'Unicef e intraprende una serie di viaggi insieme al suo compagno: Etiopia, Eritrea, Turchia, Venezuela, Ecuador, Guatemala, Honduras, San Salvador, Messico, Sudan, Thailandia e Bangladesh.
Infine nel 1992 dopo un anno di lavoro per ottenere fondi, riesce ad andare in Somalia; quando cercò di ottenere i visti le venne risposto: "non c'è visto perchè non c'è governo, si prende un aereo, si atterra e si spera di non essere presi a fucilate." Infatti il mondo ignora la tragica situazione di guerra civile in Somalia che si protrae dagli anni '80, i genocidio e i campi profughi. Le vittime sono a oggi circa mezzo milione, calcolando anche le vittime per carestia e malattie generate dal conflitto. Al suo ritorno dalla Somalia Audrey dichiara al figlio Sean: "Ritorno dall'inferno."

Subito dopo il viaggio inizia ad accusare dolori addominali e dopo alcuni esami si scoprirà la presenza di un cancro per il quale la medicina non può fare nulla. Il figlio Sean scrive "L'avevamo vista spesso accanto ai bambini africani sottoposti a flebo per non morire di disidratazione; ora lei è una di loro."
L'ultimo desiderio di Audrey fu quello di tornare nella sua tenuta in svizzera, unico luogo capace di regalarle pace, cosa che fu possibile grazie al suo più caro amico Hubert De Givenchy che mise a disposizione il suo aereo privato per farla sfuggire ai paparazzi.
Audrey Hepburn si spegne serenamente il 20 gennaio 1993 attorniata dai suoi familiari e viene sepolta in un piccolo villaggio dove personalità giunte da tutto il mondo la ricoprono di fiori.


"Nonostante la durezza della vita, Audrey aveva saputo conservare dentro di sè una parte d'infanzia. E' questo che ha fatto di lei una fata, una dolce fata ispiratrice di amore e di bellezza. Questo genere di fate non se ne va mai del tutto." 
Hubert De Givenchy



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